Impianti aspirazione fumi saldatura
AR FILTRAZIONI | Impianti aspirazione fumi saldatura
Gli Impianti di aspirazione fumi saldatura AR Filtrazioni sono la soluzione alla depurazione dei fumi derivanti dalle lavorazioni di saldatura
La saldatura è il procedimento che permette l’unione fisico/chimico di due giunti mediante la fusione degli stessi, o tramite metallo d’apporto. In questa tipologia di lavorazione si raggiungo temperature che fondono i materiali, trasformandoli fisicamente e chimicamente.
AR Filtrazioni propone impianti di aspirazione fumi saldatura ideali alla filtrazione degli inquinanti prodotti durante il procedimento di saldatura, filtrando e depurando l’aria che altrimenti inalata dall’operatore, grazie a particolari bracci aspiranti movibili a 360 gradi.
Come risolvere il problema dei fumi saldatura con impianti aspirazione fumi saldatura
La saldatura è il procedimento che permette l’unione fisico/chimico di due giunti mediante la fusione degli stessi, o tramite metallo d’apporto.
Tale materiale può essere il materiale componente le parti stesse che vengono unite, ma può anche interessare materiale estraneo a esse, detto materiale di apporto: nel primo caso si parla di saldatura autogena (con o senza materiale d’apporto a seconda dei casi) nel secondo di saldatura eterogenea o brasatura (in cui la fusione interessa solo il materiale d’apporto).
Realizza un collegamento permanente che si differenzia da altri collegamenti permanenti (ad esempio chiodatura o incollatura) che non realizzano la continuità del materiale. Con alcuni processi di saldatura autogena, qualora eseguita correttamente e secondo certi principi, viene garantita anche una continuità quasi totale nelle caratteristiche stesse del materiale delle parti unite.
Nella sua accezione più ampia la saldatura si riferisce all’unione mediante apporto di calore di diversi materiali tra loro, o con materiali simili, dato che si effettua comunemente ad esempio la saldatura di materie plastiche. Anche il vetro può essere “saldato”, ma la saldatura per antonomasia avviene tra metalli.
Principali procedimenti
Saldatura eterogenea o brasatura
La saldatura eterogenea è comunemente detta brasatura e permette di unire le parti fondendo solo la lega di apporto e mantenendo intatti i lembi del giunto stesso. Nell’ambito della brasatura si distinguono:
- – brasatura forte: temperature oltre i 450 °C ma al di sotto del punto di fusione dei materiali da saldare; il giunto va preparato in modo da favorire la penetrazione del materiale di apporto per capillarità
- – brasatura dolce: si effettua con temperature al di sotto dei 450 °C e al di sotto del punto di fusione dei materiali da saldare; il giunto va preparato in modo da favorire la penetrazione del materiale di apporto per capillarità
- – saldobrasatura: le leghe di apporto sono leghe fondenti a temperature ancor più elevate di quelle utilizzate nella brasatura forte ma sempre inferiori al punto di fusione dei materiali da saldare; il giunto viene preparato similmente alla preparazione per una saldatura autogena.
Tutte queste tipologie di saldatura, producono dei particolari inquinanti molto tossici, in base a diversi fattori, quali temperature di esercizio o materiali che subiscono la saldatura stessa.
Bisogna necessariamente prendere in considerazione questi fattori prima di scegliere il miglior impianto di filtrazione e depurazione AR Filtrazioni.
Il problema dei fumi derivanti da saldatura e brasatura
La volatilità delle particelle inquinanti quali fumi industriali, nebbie oleose ed aerosol, siano esse solide o liquide, comporta e crea diversi problemi alle aziende metalmeccaniche, agli operatori ed alle macchine utensili.
In primis influiscono negativamente sulla salubrità dell’ aria e delle condizioni igienico sanitarie degli operatori, in particolare a livello respiratorio, poiché le particelle con dimensioni inferiori a 0,3 micron possono raggiungere gli alveoli polmonari, compromettendo le vie respiratorie. Non solo, a contatto con l’ epidermide, creano irritazioni cutanee, dermatiti ed arrossamenti.
Dal punto di vista prettamente produttivo, l’inquinamento in officina derivante da micropolveri e nebbie oleose, riduce considerevolmente la produttività dello stabilimento ed in modo particolare l’efficienza delle macchine utensili, poiché la stratificazione degli inquinanti inficia la precisione e la tolleranza degli strumenti di misura, con l’onerosa conseguenza di dover aumentare gli interventi di manutenzione sulle componenti più delicate.
Polveri, nebbie oleose ed aerosol, se non filtrati e depurati, rendono il pavimento scivoloso, sporcano le superfici delle macchine utensili e le pareti del capannone, sulle quali si depositano.
Senza dimenticare le eventuali possibili contravvenzioni alle normative vigenti che impongono un limite di concentrazione delle nebbie oleose in ambiente di lavoro.
limite TLV Italiano 5 mg/m3
limite ACGIH più restrittivo 0,5 mg/m3
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